26 marzo 1979

Una fiammella di speranza

Di Corrado De Rinaldis Saponaro

Mi sono iscritto al partito repubblicano nel 1973 per il fascino che esercitava su di me Ugo La Malfa Un’occasione per evitare una commemorazione puramente formale di Ugo La Malfa è data dal fatto che questo anniversario cade dopo una sentenza della Corte Costituzionale con la quale viene smontato l’impianto maggioritario del sistema elettorale del Paese. Le qualità morali e intellettuali, che caratterizzano l’azione politica di Ugo La Malfa nel secondo dopo guerra fino alla data della sua morte, sono state esaltate dal sistema elettorale proporzionale. Potrebbe anche darsi che la tempra di combattente di La Malfa fosse tale da non restare soffocata nemmeno in un altro sistema elettorale, ma certo tutte le dinamiche dell’azione repubblicana ne sarebbero state stravolte. Il sistema maggioritario, per lo meno nella sua versione italiana, ha avuto la caratteristica di imporsi su un presupposto indiscusso, per il quale i partiti minori, i piccoli partiti, o spregevolmente i “partitini”, fossero alla base dell’instabilità politica che aveva caratterizzato i governi della Repubblica. Senza voler nemmeno discutere tale tesi, possiamo facilmente fare il bilancio degli ultimi venti anni di maggioritario. Dal 1994 al 1996 abbiamo visto due governi, Berlusconi e Dini e una legislatura di due anni. Dal 1996 al 2001 i governi sono diventati tre Prodi, D’Alema ed Amato e dal 2001 al 2005, massima continuità di governo, i governi sono stati comunque due, Berlusconi e un Berlusconi Bis. Nel 2007 il governo Prodi è durato un anno ed il governo Berlusconi eletto nel 2008 tre, poi si è visto il governo Prodi e la fine anticipata della legislatura. A quel punto eccoci giunti alla legislatura attuale dove si sono succeduti i governi Letta. Renzi e Gentiloni e non sappiamo se incrociare le dita per evitarne un quarto. Nessun commentatore, nessun opinionista che si sia alzato per dire: forse il presupposto tematico del sistema maggioritario era sbagliato, perché in questi vent’anni in cui si sono succeduti 13 governi non c’erano partiti minori a disturbare le coalizioni con i loro ricatti, anzi, sono stati creati dei partitini ad hoc su esclusiva base parlamentare per tenere in piedi con lo sputo una qualche maggioranza. Nessuno che si sia scusato per non aver messo in risalto come le crisi di governo della prima Repubblica dipendessero dagli scontri interni al partito di maggioranza relativa, la democrazia cristiana o altrimenti o alla rivalità di quel partito con quello socialista. Nessuno che riconosca il contributo dato dai partiti minori, a volte anche senza incarichi di governo, per consentire uno svolgimento ordinato della legislatura. In compenso è accaduto che di fronte ai temi della laicità dello Stato ci si lamentasse, gli stessi ayatollah del maggioritario, ovviamente, "del silenzio dei laici", che in questi venti anni sono stati fatti a pezzi, a sinistra come a destra, da un sistema elettorale per loro impossibile. Non avremo mai più una personalità straordinaria come quella di Ugo La Malfa , ma almeno la fiammella della speranza di poter ricostruire un sistema proporzionale dove rappresentare i suoi valori dignitosamente, è tornata, dovremo saperla mantenere viva.

Roma, 24 marzo 2017