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marzo 1979 Una fiammella di speranza Di
Corrado De Rinaldis Saponaro Mi
sono iscritto al partito repubblicano nel 1973 per il fascino che esercitava
su di me Ugo La Malfa Un’occasione per evitare una commemorazione puramente
formale di Ugo La Malfa è data dal fatto che questo anniversario cade dopo
una sentenza della Corte Costituzionale con la quale viene smontato
l’impianto maggioritario del sistema elettorale del Paese. Le qualità morali
e intellettuali, che caratterizzano l’azione politica di Ugo La Malfa nel
secondo dopo guerra fino alla data della sua morte, sono state esaltate dal
sistema elettorale proporzionale. Potrebbe anche darsi che la tempra di
combattente di La Malfa fosse tale da non restare soffocata nemmeno in un
altro sistema elettorale, ma certo tutte le dinamiche dell’azione
repubblicana ne sarebbero state stravolte. Il sistema maggioritario, per lo
meno nella sua versione italiana, ha avuto la caratteristica di imporsi su un
presupposto indiscusso, per il quale i partiti minori, i piccoli partiti, o
spregevolmente i “partitini”, fossero alla base dell’instabilità politica che
aveva caratterizzato i governi della Repubblica. Senza voler nemmeno
discutere tale tesi, possiamo facilmente fare il bilancio degli ultimi venti
anni di maggioritario. Dal 1994 al 1996 abbiamo visto due governi, Berlusconi
e Dini e una legislatura di due anni. Dal 1996 al 2001 i governi sono
diventati tre Prodi, D’Alema ed Amato e dal 2001 al 2005, massima continuità
di governo, i governi sono stati comunque due, Berlusconi e un Berlusconi
Bis. Nel 2007 il governo Prodi è durato un anno ed il governo Berlusconi
eletto nel 2008 tre, poi si è visto il governo Prodi e la fine anticipata della
legislatura. A quel punto eccoci giunti alla legislatura attuale dove si sono
succeduti i governi Letta. Renzi e Gentiloni e non sappiamo se incrociare le
dita per evitarne un quarto. Nessun commentatore, nessun opinionista che si
sia alzato per dire: forse il presupposto tematico del sistema maggioritario
era sbagliato, perché in questi vent’anni in cui si sono succeduti 13 governi
non c’erano partiti minori a disturbare le coalizioni con i loro ricatti,
anzi, sono stati creati dei partitini ad hoc su esclusiva base parlamentare
per tenere in piedi con lo sputo una qualche maggioranza. Nessuno che si sia
scusato per non aver messo in risalto come le crisi di governo della prima
Repubblica dipendessero dagli scontri interni al partito di maggioranza relativa,
la democrazia cristiana o altrimenti o alla rivalità di quel partito con
quello socialista. Nessuno che riconosca il contributo dato dai partiti
minori, a volte anche senza incarichi di governo, per consentire uno
svolgimento ordinato della legislatura. In compenso è accaduto che di fronte
ai temi della laicità dello Stato ci si lamentasse, gli stessi ayatollah del
maggioritario, ovviamente, "del silenzio dei laici", che in questi
venti anni sono stati fatti a pezzi, a sinistra come a destra, da un sistema
elettorale per loro impossibile. Non avremo mai più una personalità
straordinaria come quella di Ugo La Malfa , ma almeno la fiammella della
speranza di poter ricostruire un sistema proporzionale dove rappresentare i
suoi valori dignitosamente, è tornata, dovremo saperla mantenere viva. Roma, 24
marzo 2017 |
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